Corso di formazione – “I MESTIERI DEL BURATTINAIO:LINGUAGGI E TECNICHE DEL TEATRO DI FIGURA NELL’ATTIVITA’ EDUCATIVA E DI INTEGRAZIONE SOCIALE”

Corso di formazione – “I MESTIERI DEL BURATTINAIO:LINGUAGGI E TECNICHE DEL TEATRO DI FIGURA NELL’ATTIVITA’ EDUCATIVA E DI INTEGRAZIONE SOCIALE”

31 ottobre 2017


L’Atelier delle Figure/Scuola per Burattinai e Contastorie anche quest’anno ospiterà un Corso di 500 ore, rivolto a 12 allievi, gestito dall’Ecipar-CNA e finanziato con risorse del Fondo Sociale Europeo e dalla Regione Emilia Romagna.
Il Corso,dal titolo “I MESTIERI DEL BURATTINAIO:LINGUAGGI E TECNICHE DEL TEATRO DI FIGURA NELL’ATTIVITA’ EDUCATIVA E DI INTEGRAZIONE SOCIALE”, fornisce competenze sull’utilizzo dei linguaggi e delle tecniche del Teatro di Figura e della Narrazione in contesti educativi, culturali, di disagio sociale, interculturalità e disabilità.
Il corpo docente, come nelle tradizioni dell’Atelier è composto da specialisti e artisti del teatro di figura, professori universitari, artigiani della costruzione, esperti nelle discipline educative e della integrazione sociale.
Le attività si svolgeranno un week end ogni due settimane, principalmente nelle giornate del venerdì e sabato, per facilitare la presenza di operatori occupati.
La sede del corso è l’Atelier delle Figure,all’interno del Museo Carlo Zauli a Faenza, con spazi laboratoriali e performativi, una biblioteca e videoteca specializzate.

La data-termine per le iscrizioni è il 15 di novembre.


La locandina del corso

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MoRE – a museum of refused and unrealised art projects vince il Concorso i8 di ArtVerona con il progetto LET’S GO MoRE!

MoRE – a museum of refused and unrealised art projects vince il Concorso i8 di ArtVerona con il progetto LET’S GO MoRE!

17 ottobre 2017


MoRE – Museum of refused and unrealised art projects

vince con Let’s go MoRE!

il Concorso i8 – spazi indipendenti di ArtVerona

Domenica 15 ottobre 2017 MoRE – a museum of refused and unrealised art projects con il progetto LET’S GO MoRE!si è aggiundicato il premio del Concorso i8 di ArtVerona, format dedicato alle realtà indipendenti italiane che sperimentano la ricerca nei linguaggi del Contemporaneo, ideato e curato da Cristiano Seganfreddo e realizzato grazie al sostegno di AMIA – Azienda Multiservizi di Igiene Ambientale.

La Giuria – composta da Cristiano Seganfreddo, direttore di Progetto Marzotto; Massimiliano Tonelli, direttore di Artribune, storico media partner del progetto; Riccarda Mandrini, Art Market consultant e VIP Relations di ArtVerona; Simone Ciglia e Giulia Ferracci, rispettivamente ricercatore e curatrice della piattaforma The Independent del MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, partner di progetto e Maurizio Alfeo, Direttore Generale di AMIA, ha individuato MORE – a museum of refused and unrealised project come migliore progetto declinato sul tema indicato quest’anno, il viaggio.

AMIA, ha assegnato un premio di 2.000 euro, con la seguente motivazione espressa della Giuria: “Il Premio quest’anno va a MORE per il rigore scientifico della ricerca accademica, la sua accessibilità, per la sua prospettiva di crescita contenutistica e di sostenibilità”.
A questo, si aggiunge un secondo riconoscimento, il FOCUS sul numero di Novembre di Artribune.
Il MAXXI, inoltre, in occasione di The Independent a marzo/aprile 2018 dedicherà a MoRE un wall.

LET’S GO MoRE! A journey in the unrealised and refused art projects of XX and XXI centuries, a cura di Ilaria Bignotti, Elisabetta Modena, Marco Scotti, Valentina Rossi e Anna Zinelli, ha presentato alcuni progetti sul tema del viaggio, tratti dall’archivio digitale di MoRE, ideati ma mai realizzati da Davide Bertocchi, CRASH! (Scott King e Matthew Worley), Giovanni Ozzola, Paolo Scheggi, Lorenzo Scotto di Luzio, Erwin Wurm: dal Regno Unito al Sud America, dall’Est Europa all’Italia, il sito moremuseum.org si traduce in una sempre più ampia mappatura, per tappe concettuali e tematiche, di progetti non realizzati o rifiutati, dal libro d’artista alla grande installazione ambientale, dal video alla performance.

Cos’è MoRE – a museum of refused and unrealised art projects

Nei suoi primi cinque anni di vita MoRE, il museo virtuale dei progetti artistici non realizzati, ha acquisito progetti di artisti di rilievo internazionale nel panorama dell’arte contemporanea, che hanno aperto i propri archivi personali, e condiviso pubblicamente le loro idee che per qualche motivo non hanno visto la luce: Valerio Berruti, Davide Bertocchi, Bianco-Valente, Ivo Bonacorsi, David Casini, Siliva Cini, Mathis Collins, CRASH! (Scott King & Matthew Worley), Mario Cresci, Matthew Darbyshire, Maria Adele Del Vecchio, Jeremy Deller, Braco Dimitrijević, Emilio Fantin, Flavio Favelli, Regina José Galindo, Goldschmied & Chiari, Franco Guerzoni & Luigi Ghirri, Ibro Hasanović, Debora Hirsch, Marijan Jevsovar, Hassan Khan, Julije Knifer, Kensuke Koike, Invernomuto, Ivan Kozaric, G. Küng, Ugo La Pietra, Runo Lagormasino, H.H. Lim, Claudia Losi, Mangelos, Elio Marchegiani, Eva Marisaldi, MASBEDO, Sandro Mele, Sabrina Mezzaqui, Jonathan Monk, Liliana Moro, Davide Mosconi, Giovanni Ozzola, Giulio Paolini, Cesare Pietroiusti, Luigi Presicce, Paolo Scheggi, Lorenzo Scotto di Luzio, Duro Seder, Sissi, Veit Stratmann, Annika Ström, Sabrina Torelli, Gian Maria Tosatti, Luca Trevisani, Massimo Uberti, Enzo Umbaca, Marco Vaglieri, Josip Vanista, Grazia Varisco, Kostis Velonis, Luca Vitone, Silvio Wolf, Erwin Wurm & Coop Himmelb(l)au.

Il sito www.moremuseum.org è composto da un archivio di progetti interamente in formato digitale reso possibile anche grazie alla collaborazione con il centro CAPAS dell’Università degli Studi di Parma, uno spazio riservato a esposizioni temporanee, e una sezione destinata a ospitare interventi critici e approfondimenti sul tema del “non realizzato”. Con questo obiettivo, intorno a MoRE si è costituito un network di professionisti provenienti dal mondo dell’arte contemporanea, storici dell’arte, critici, curatori e esperti del settore, che contribuiscono con le loro diverse professionalità alla crescita del progetto nell’ambito dell’associazione culturale Others.

CONTATTI
press@moremuseum.org
info@moremuseum.org

www.moremuseum.org


Didascalia immagine in apertura: Lorenzo Scotto di Luzio, Scala-mobile con deserto, 2012


Il Paradiso di Dante sul Ponte Nord. Debutto di Lenz Fondazione al Festival Verdi di Parma

Il Paradiso di Dante sul Ponte Nord. Debutto di Lenz Fondazione al Festival Verdi di Parma

10 ottobre 2017


Prova aperta al pubblico l’11 ottobre, debutto assoluto giovedì 12 ottobre di Paradiso. Un pezzo sacro, la nuova installazione sonora e visuale creata da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto su commissione del Festival Verdi a partire dai Quattro Pezzi Sacri di Giuseppe Verdi. In scena venti performer dell’ensemble di Lenz Fondazione e trenta coriste dell’Associazione Cori Parmensi dirette da Gabriella Corsaro.

Sta per vedere la luce la nuova creazione di Lenz FondazioneParadiso. Un Pezzo Sacro, dai Quattro Pezzi Sacri di Giuseppe Verdi, creata su commissione del prestigioso Festival Verdi di Parma.

Prova generale aperta al pubblico mercoledì 11 ottobre alle ore 21, debutto assoluto giovedì 12 ottobre alle ore 21, repliche dal 13 al 15 e dal 18 al 22 ottobre (sabato e domenica ore 20, altri giorni ore 21).

Lo spettacolo, seconda parte di un articolato progetto biennale dedicato alla Divina Commedia di Dante Alighieri, sarà allestito negli imponenti spazi del Ponte Nord di Parma, macro opera inaugurata nel 2012 ma fin dall’inizio inutilizzata per insormontabili impedimenti legislativi, che l’installazione site-specific di Lenz Fondazione contribuirà a rendere di temporanea fruizione pubblica.

In scena cinquanta artisti: venti performer di Lenz Fondazione tra cui il nucleo degli attori sensibili Paolo Maccini, Delfina Rivieri, Franck Berzieri e le attrici Sandra Soncini, Valentina Barbarini, Barbara Voghera, Carlotta Spaggiari, Chiara Garzo, Monica Bianchi, Lara Bonvini, e trenta coriste dell’Associazione Cori Parmensi, dirette da Gabriella Corsaro, appartenenti ai cori Ars Canto G. Verdi, Cantafabula, La Fontana, Laus Vocalis, Sant’Ilario, Renzo Pezzani e Vox Canora.

«Dei Quattro Pezzi Sacri, tre sono dedicati alla Vergine Maria. La figura femminile nel melodramma verdiano rappresenta la salvazione, l’innocenza. Nel nostro Paradiso agiscono, tra una moltitudine femminile, due sole figure maschili: Dante e San Bernardo. Ma il Paradiso che abitano è solo della donna, solo attraverso il corpo di Lei si può vivere, non vedere, la Luce» suggerisce Francesco Pititto, responsabile di drammaturgia e imagoturgia «Nel canto trentatreesimo della terza delle tre Cantiche, la Trinità come un buco nero gravitazionale, ormai raggiunto il collasso, ingoia l’universo delle terzine e degli incontri precedenti. Gli endecasillabi diventano mondi, pianeti, astri e galassie e tutto esplode nella sfera di Luce come la più potente delle Supernove. Al limite del reale, al limite e oltre il linguaggio. E non c’è più parola, solo canto, visione, pura intuizione, abbandono, silenzio».

Aggiunge Maria Federica Maestri, che del Paradiso cura installazione site-specific, elementi plastici, costumi e regia: «L’installazione riempie lo spazio di involucri-sarcofagi molli sacchi mortuari collocati a terra, all’interno dei quali forme pesanti emettono suoni e movimenti fino a presentarsi progressivamente con forme umane. L’opera scenica realizzata per il Paradiso si innesta sulle figurazioni sacre di Piero della Francesca per farsi pienamente contemporanea secondo la lezione delle ‘pitture’ immaginifiche di Jannis Kounellis. L’innalzamento dal basso all’alto progredisce di pari passo con l’intonazione, prima singola e poi corale, delle Laudi. Altre figure femminili, attrici storiche di Lenz e dei diversi laboratori sensibili, accompagnano la moltitudine verso il piano superiore, attraversando scale e percorsi testuali, visuali, di luce fino a raggiungere la condizione del distacco definitivo, della sparizione dei corpi, di cui rimangono soltanto scie materiche oscillanti».

La drammaturgia musicale di Paradiso, a cura di Andrea Azzali, «si concentra in particolare sulla forma musicale della composizione sacra verdiana con variazioni di tempo e timbro, fluttuazioni e ondulazioni d’altezza e sull’elaborazione degli accordi».

«Il nostro Paradiso» concludono Pititto e Maestri «è un viaggio di progressivo apprendimento estetico, una salita collettiva di coro, attrici e spettatori verso una superiore dimensione etica, una ricerca costante della verità illuminata che solo una particolare sensibilità oltre l’intelletto, uno stato sovrasensibile e misterioso, nella sua estrema debolezza, può raggiungere».

Paradiso. Un Pezzo Sacro è realizzato da Lenz Fondazione su commissione in esclusiva del Festival Verdi/Teatro Regio di Parma, con il sostegno di MiBACT, Comune di Parma, Regione Emilia-Romagna, DAISM-DP Ausl di Parma, Fondazione Monte di Parma, con il patrocinio del Comune di Parma e in collaborazione con l’Università degli Studi di Parma.

Lenz Fondazione ringrazia Authority STU Spa, STU Area Stazione Spa, Fondazione Arturo Toscanini, Aurora Domus Coop. Soc. Onlus, Centro P.Corsini, Parma Lirica.

Info: Lenz Teatro, Via Pasubio 3/e, Parma, tel. 0521 270141, 335 6096220, info@lenzfondazione.it –  www.lenzfondazione.it.

Festival Verdi, per info e prenotazioni Paradiso. Un Pezzo Sacrohttp://www.festivalverdiparma.it/